L’AVVERSARIO. IL VERONA, LA BESTIA NERA

La Spal affronta il Verona e, mai come stavolta, il salto nel buio a cui è chiamata la truppa di Egidio Notaristefano ha un altissimo coefficiente di difficoltà visto che si gioca contro un avversario praticamente “sconosciuto” che avrà dalla sua non solo una settimana in più di riposo dopo la gara contro il Sorrento rinviata al 1 dicembre ma arriverà al “Paolo Mazza” con la carica dei suoi tantissimi tifosi pronti a sostenere il nuovo corso targato Andrea Mandorlini: che i biancazzurri non hanno mai sconfitto, tanto per cominciare (quattro precedenti, l’ultimo risalente al 2002, tre ics e una vittoria dell’allenatore di Ravenna quando sedeva sulla panchina dello Spezia). Negli ultimi quattro incontri contro gli scaligeri, invece, tra casa e trasferta, i ferraresi non hanno mai vinto rimediando, tra le altre, due sconfitte nella stagione 2008/2009. La Spal non batte i gialloblù al “Paolo Mazza” dall’ultima stagione che l’ha vista protagonista in B (doppio 2 a 1 a Ferrara e al “Bentegodi”) nel 1992/1993.

Limitatamente alla terza divisione invece, la Spal non batte il Verona in casa da… sessantotto anni (7 a 1 nel campionato 1942/1943!) in una sfida lunga quaranta occasioni, prevalentemente in categoria superiore, dove si contanto nel complesso undici affermazioni estensi (sette della quali davanti al pubblico amico), tredici pareggi e sedici vittorie veronesi (ma solo in tre occasioni i gialloblù sono tornati a casa con la massima posta in palio).Avversario di grande tradizione e blasone questo Verona, da cui bisognerà guardarsi con grande attenzione per non scivolare sulla classica buccia di banana di giornata. Dopo Spal e Reggiana, quella veneta è la squadra che lontano da casa ha segnato di più. Come detto alla guida dei veneti da due settimane c’è il ravennate Andrea Mandorlini, classe 1960, che dopo una lunga militanza da calciatore, ricordato soprattutto per aver vestito la maglia dell’Inter dove è rimasto per sette campionati, ha intrapreso la carriera di allenatore. In seguito a diverse esperienze nel campionato italiano alla guida di Spezia, Vicenza, Atalanta, Bologna, Padova, Siena e Sassuolo, il tecnico è arrivato, nel novembre del 2009, a guidare i rumeni del CFR Cluj, con cui ha vinto subito scudetto, Coppa di Romania e la Supercoppa di Romania battendo per ai rigori l’Unirea Urziceni in finale. Nel settembre di quest’anno, però, l’esonero dopo appena sette giornate prima di essere richiamato in Italia dal patron scaligero Martinelli che non ha troppo tergiversato sugli obbiettivi stagionali: la conquista della B, meglio se ottenuta senza passare i playoff.
Una grande sfida, senza dubbio stimolante per Mandorlini e tutto il suo staff, trasferitosi in blocco dalla Champions League alla Prima Divisione italiana nel giro di due mesi. L’allenatore gioca con il 4-3-3. Tra i pali ci sarà il ventottenne brasiliano De Andrade Bittencourt Pinheiro Rafael, giunto ormai alla sua quarta stagione con la maglia del Verona, un estremo difensore moderno il paulista, abile di piede e nelle uscite dove spesso però pecca di eccessiva sicurezza.
La difesa non dovrebbe contare sull’infortunato esterno sinistro di lungo corso Dario Campagna (1988) e, intuitivamente, la maglia numero tre dovrebbe andare sulle spalle di un altro sudamericano, il classe 1983 Robert Cavalheiro Anderson, connazionale dell’estremo difensore scaligero, capace di ricoprire indistintamente tutta la corsia mancina, alla sua decima stagione in Italia, giunto dal mercato degli svincolati. A destra, alla numero due, dovrebbe essere confermato Francesco Cangi, ventotto anni a dicembre, già a Ferrara nel 2005, prima di vestire le maglie di Massese, Lucchese, Gallipoli e, appunto Verona, dove è al suo secondo anno. La coppia centrale vive sulla possibilità o meno di recupero del forte Domenico Maietta, scuola Juventus, classe 1982, cosentino di Cariati, perno di Crotone e Frosinone tra le altre negli ultimi anni sempre disputati in serie cadetta; qualora dovesse farcela, come pare, è possibile che venga dirottato alla numero tre visto che da quella parte agirà un certo Melara, in condizioni fisiche davvero devastanti. A questo punto la maglia numero sei andrebbe sulle spalle dell’argentino Santiago Vergini, classe 1988, giunto in estate dai paraguaiani dell’Olimpia, con il solito Luca Ceccarelli confermato nella sua posizione prediletta di centrale di difesa di destra: terzo anno con gli scaligeri per il ventisettenne difensore di Massa, autore di ben sei reti la scorsa stagione che ne hanno fatto tra i difensori più prolifici del girone. Ad oggi appare difficile che Mandorlini dirotti Ceccarelli alla numero due visti i risultati scarsi ottenuti dal suo predecessore Giannini nella sciagurata trasferta di Salerno, ecco perché il candidato numero uno a rimanere in panchina rimane il grossetano Matteo Abbate, classe 1983, sette campionati in B con la maglia del Piacenza e uno con Ancona e Gallipoli prima di questa esperienza in gialloblù, voluto fortemente da Giannini per farne uno dei tre inamovibili del reparto difensivo. Con l’approdo di Mandorlini e la conseguente difesa a quattro però le cose potrebbero cambiare e lo stesso vale anche per l’ex capitano della Roma Primavera Alessandro Malomo, classe 1991, in settimana impegnato tra l’altro in under 20, prospetto di grande avvenire nel calcio italiano.
A centrocampo mancherà sicuramente Massimiliano Scaglia (1977), squalificato, che Giannini in realtà impiegava come terzino sinistro e, vista anche la sicura assenza del catanese Giuseppe Russo (1983), è ipotizzabile che sul centrosinistra trovi spazio l’ex stabiese Gennaro Esposito, ventcinquenne napoletano, secondo anno a Verona e autore già di due reti in questo torneo con l’alternativa del ventinovenne Stefano Garzon, quarta stagione in gialloblù, nativo di Cerea. Dalla parte opposta agirà l’inamovibile islandese Emil Hallfredsson: calciatore abbastanza compassato, ma con un sinistro capace di disegnare efficaci traettorie e soprattutto di scagliare verso la porta avversaria dei siluri terra-aria imprendibili. Ventisei anni, di Reykjavík, dopo due stagioni in A a Reggio Calabria e una nella B inglese dove ha vestito la maglia del Barnsley, per rientrare immediatamente nel calcio che conta ha rifiutato il Cesena (!) pur di indossare il gialloblù e sposare appieno la causa del patron Martinelli. Tra Esposito e Hallfredsson, in posizione leggermente più avanzata la soluzione più percorribile ad oggi vede l’innesto del ventisettenne romano Manuel Mancini, in quello che potrebbe diventare il ruolo più importante e delicato della partita: classico calciatore croce e delizia, ex Gallipoli, molto dotato tecnicamente, abile ad inserirsi in zona gol e a crearsi l’opportunità giusta con una giocata imprevedibile a ridosso dell’area, dai suoi piedi potrebbero arrivare le azioni più pericolose degli scaligeri. Dalla panchina attenzione ai giovani Fabrizio Paghera, già convocato in under 20, classe 1991, in prestito dal Brescia e Marco Martina Rini, classe 1990, un gol in questo campionato in otto spezzoni di partita, arrivato anch’egli in prestito dalle rondinelle.
L’attacco non potrà contare su Nicola Ferrari (1983) che dovrà scontare ancora due turni di squalifica e sull’infortunato ed ex spallino Daniele Berrettoni (1981) che ne avrà fino a marzo inoltrato, pertanto di grosse novità o rivoluzioni di conseguenza, non dovrebbero essercene: sembra ormai certa che una delle intenzioni di Mandorlini sia quella di rilanciare le voglie e le ambizioni del trentaquattrenne nazionale sanmarinese Andy Selva, ex biancazzurro, tra le altre cose e dove, dal 2003 al 2004, in due campionati, ha messo a segno ventidue reti in cinquantuno presenze: da valutare la tenuta nei novanta minuti dopo aver risposto in settimana alla convocazione della sua nazionale in Finlandia. Sicuri del posto sul centrosinistra l’austriaco Thomas Pichlmann, ventinove anni di Vienna, ventidue marcature nelle ultime due stagioni in B a Grosseto e vero fiore all’occhiello della campagna acquisti scaligera e, in posizione di jolly, con libertà di svariare su tutto il fronte d’attacco, il capocannoniere del girone A di Prima Divisione della scorsa stagione Giuseppe Le Noci, ventottenne comasco, quaranta gol negli ultimi tre tornei, già quattro in questa stagione. Dalla panchina probabile inserimento a gara in corso del giovanissimo ex attaccante della Primavera dell’Udinese Ernesto Torregrossa, classe 1992, fisico possente da prima punta autentica, a cui Mandorlini cammin facendo potrebbe concedere un minutaggio decisamente superiore in attesa del mercato di gennaio quando, con ogni probabilità, il Verona compirà per mano del diesse Gibellini (sempre che resti a Verona…), una vera e propria rivoluzione. L’ennesima.

LA PROBABILE FORMAZIONE

 

VERONA (433): Rafael; Cangi, Ceccarelli, Vergini (Maietta), Andersson (Maietta); Hallfredsson, Mancini, Esposito; Selva, Pichlmann, Le Noci.
All.: Mandorlini.


LA ROSA

Portieri
Caroppo e Rafael

Difensori
Abbate, Andersson, Campagna, Cangi, Ceccarelli, Maietta, Malomo e Vergini

Centrocampisti
Esposito, Garzon, Hallfredsson, Mancini, Martina Rini, Paghera, Russo, Scaglia e Vriz

Attaccanti
Berrettoni, Ferrari, Le Noci, Pichlmann, Scapini, Selva e Torregrossa


IL CAMMINO

1a 22/08/2010 Paganese – Hellas Verona 2-1
2a 29/08/2010 Hellas Verona – Como 0-2
3a 05/09/2010 Monza – Hellas Verona 1-5
4a 12/09/2010 Hellas Verona – SudTirol 1-1
5a 19/09/2010 Gubbio – Hellas Verona 2-1
6a 26/09/2010 Reggiana – Hellas Verona 0-0
7a 03/10/2010 Hellas Verona – Cremonese 1-1
8a 10/10/2010 Ravenna – Hellas Verona 0-1
9a 17/10/2010 Hellas Verona – Alessandria 2-0
10a 24/10/2010 Spezia – Hellas Verona 1-0
11a 31/10/2010 Hellas Verona – Bassano Virtus 1-1
12a 07/11/2010 Salernitana – Hellas Verona 2-1
13a 14/11/2010 Hellas Verona – Sorrento rinviata al 1 dicembre

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