ESCLUSIVA LO SPALLINO.COM. IL BILANCIO BIANCAZZURRO DEL COMANDANTE POZZI

Il fastidio per le voci di mercato, i colpi spallini riusciti e quelli falliti in questi tre anni, i chilometri fatti per il progetto fotovoltaico, l’importanza dei collaboratori, la stima del Presidente Butelli e dell’Amministratore Delegato Bena, la forza della Spal attuale, le offerte rifiutate e tanto altro… calciomercato compreso. Qui la linea è semplice. Se qualcuno (Ghetti, Meloni…) chiederanno la cessione verranno trovati sostituti o rinforzi adeguati. I nomi sono i soliti noti. Da Agnelli a Tulli, da Germinale (in rialzo) a Diana rilanciato ieri da un sito nazionale ma ormai superato. e non solo… Gianbortolo Pozzi, professione Direttore Generale, dice tutto… o quasi. E guai a parlargli di cessioni dei big: “Non parte nessuno a cominciare da Cipriani! Fofana? Non si tocca, ci puntiamo tantissimo!”.

Il  Comandante dopo il Presidente. Anche per Gianbortolo Pozzi, Direttore Generale spallino e pure qualcosa di più, quest’intervista è una promessa natalizia. Il problema è che arriva qualche giorno più tardi di un lungo servizio de LoSpallino.com sul mercato della Spal. Per correttezza, non tanto nei confronti di Pozzi ma dei lettori, bisogna ammettere che prima di pubblicare quel bel po’ nomi di possibili acquisti invernali qui sul sito (ancora on line), lo stesso Comandante l’avevo cercato per due giorni. Inutilmente. Telefoni stranamente sempre staccati, persino quello riservato che suona perennemente, ventiquattro ore su ventiquattro, da tre anni a questa parte. Tanto da decidere di cercare il suo miglior amico Renato (non Schena) – oggi grande tifoso della Spal, che da quando Pozzi è Direttore segue tutte le sacrosante domeniche che scendono in terra, amichevoli, Coppa Italia e ritiri compresi – per poi scoprire che a Lumezzane è saltato il ripetitore del gestore della compagnia telefonica che serve anche il Comandante. Il fatto è che quando il segnale ritorna, noi siamo già andati on line e qualche sito specializzato ha già ripreso qualcuno dei nomi che abbiamo associato alla Spal. E Pozzi non la prende benissimo… (eufemismo).
“Cazzo hai scritto, ostia!”, fa con accento bresciano spiccato (e segue mini intervista già pubblicata con qualche Madonna in più di quelle già riferite).Siccome conosco il soggetto – Pozzi intendo – esagero e rilancio indossando la faccia come il c… Piuttosto, parliamo di cose serie (riprendo il possesso del pallone e tento il contropiede). Quando ti posso chiamare per una lunga intervista? Così dici la tua, chiarisci, ci smentisci e siamo a posto anche se non ci credo, te lo dico subito, che il mercato biancazzurro si limiterà a due, tre cessioni…
Ed eccoci al giorno dell’intervista. Un’ora abbondante con il Comandante a resistere e, ovviamente, a non dire tutto. Almeno per quanto concerne il mercato. Perché sul resto, che significa anche un bilancio di questi (quasi) tre anni spallini racconta invece molto. Da intervistatore posso soltanto aggiungere che conoscendo e parlando con il Direttore quotidianamente o quasi, l’intervista che segue cerca, e a volte riesce, a raccontare il Comandante che non ti aspetti. Perché Pozzi non è solamente la maschera che gli piace indossare, quella di persona decisa e sicura e forte e assoluta che o è bianco o è nero e o si fa così oppure si fa così lo stesso. Questo, infatti, è il Direttore Generale che appare. Il resto è una persona come tutti, con pregi e ovviamente difetti, che ama il calcio più di qualunque altra cosa e che se è in vena tocca fermarlo perché quando si tratta di pallone non la smette mai. Così in questa occasione. Perché l’incazzatura (sua) è ormai passata e poi non c’è soltanto il mercato, anzi. Il resto, infatti, sono questi tre anni, ormai, di lavoro colorato di bianco e di azzurro tra mille difficoltà, qualche soddisfazione, e un anno, il 2010, finalmente – con l’epilogo positivo del fotovoltaico – pieno di serenità. Che Pozzi, oggi, manifesta persino fisicamente e bastava vederlo nel dopo partita di Ravenna, qualche giorno fa, ghigno sorridente, capello esposto ai quattro venti, solita impeccabile “mise” mentre addentava una fetta dopo l’altra di pandoro, accompagnato e, anzi, superato dal Presidente Butelli nell’impresa. Gongolava nonostante uno dei più brutti secondi tempi dell’anno, il Comandante, comunque “leggiadramente” bello fiero della propria creatura di nome Spal, protagonista di un 2010 notevole come i numeri confermano. Ecco, ricominciamo, meglio: cominciamo da qui, alla ricerca strategica e, ammetto, un tantino paracula, di una serenità ritrovata dopo il poco apprezzato punto sul mercato che verrà da parte del nostro sito.

Finalmente un anno sereno. Il Presidente Butelli, come è nel suo stile, tra i vari regali di Natale a giocatori e amici, quest’anno ha inventato il tiro a segno con la faccia sua e tua. Beh, in effetti l’anno scorso di critiche ne hai ricevute parecchie…
“Sì, ma è normale per chi fa il mio lavoro. Quando va bene piaci all’ottanta percento della gente, quando va male al dieci percento, sì e no. E’ un lavoro esposto al giudizio del pubblico, il mio, quindi spesso criticato. Ti dico la verità, le critiche al professionista non mi danno fastidio. Quelle alla persona invece sì perché gli stessi che le fanno nemmeno mi conoscono. Il tiro a segno, chiedevi? Chiaro che mi è piaciuto, il Presidente è geniale in queste cose e ha idee incredibili. L’ho attaccato in ufficio con le sue belle freccette e lì rimarrà sempre perché è una cosa originale”.

Un commento al dato che abbiamo pubblicato su LoSpallino.com il giorno di Natale: la Spal, come media punti, è la quinta squadra italiana del 2010…
“Me l’aspettavo! I conti li avevo fatti anch’io. Il 2010 è stato importante. Da ultimi o quasi ci siamo  ripresi e siamo arrivati vicino ai playoff. Ora, in confronto e non solo, va benissimo. Devo dire che anche un anno fa mi sarei stupito a finire laggiù in classifica e le aspettative erano più alte. Certo, abbiamo e ho sbagliato qualcosa ma i valori alla fine sono usciti, solo che ci siamo svegliati tardi. Per tornare a quest’anno… bene direi. La squadra è stata rinnovata e penso che sia la più forte da quando siamo qui. In tanti mi dicono che erano parecchi anni che non vedevano una Spal così forte. Che ha tutte le carte in regola per lottare fino in fondo”.

E il fatto che Notaristefano sia il terzo allenatore italiano sempre del 2010 che cosa ti fa pensare?
“Egidio, in tutto il 2010, ha allenato la Spal e quindi è normale. L’anno scorso, voglio dirlo, ci ha messo parecchio del suo. Quest’anno ha in mano una signora squadra, il compito è più facile ma l’allenatore è importante, eccome. Un conto è avere buoni giocatori, un altro conto è motivare, allenare e creare il gruppo. Anzi, dico di più. Il nostro tecnico ha un avvenire come molti dei nostri giocatori”.

Che cosa ti ha dato più fastidio nel… tiro al Comandante di un campionato fa?
“Le critiche alla persona, ripeto. Se sbaglio qualche giocatore ci sta. Sono vent’anni che faccio questo lavoro e devo fare gli interessi della società, questo è il mio unico obiettivo. Qualcuno parla a sproposito del mio modo di fare o del mio carattere senza conoscermi. Se uno, invece, mi conosce può dire che sono una testa di cazzo, ma chi non sa nulla di me e legge soltanto i giornali è meglio che stia zitto”.

C’è qualcosa o qualcuno che non hai perdonato?
“No, dai, non sono rancoroso né permaloso. Se mi critica una persona che considero competente accetto e capisco, ma non mi faccio influenzare e non sento alcuna pressione, sono abbastanza forte. Quando sbaglio lo so bene e mi martello i coglioni da solo”.

E quando hai sbagliato?
“Eh… tante volte (ride) ma non le metto in piazza. Ho fatto anche errori che non sono noti e non si sono visti o saputi, se è per questo. Anche con i giocatori? Ovvio. Ricordati, però, che le scelte di un qualsiasi Direttore sono sempre avallate e possono anche dipendere dal rendimento di giocatori che magari incappano in una stagione storta. Quando ho preso Cipriani molti dicevano e scrivevano che era rotto, altri ridevano. Ne vogliamo parlare? Lo sai che da quando Cippo è a Ferrara  ha giocato 42 gare su 44 e ha segnato 21 gol? Allora, sono stato bravo? Sì, rispondo da solo, ma anche fortunato. E di Zambo… ti ricordi? Dicevano che era un derelitto. Spesso le fortune dei direttori, ma anche degli allenatori, sono dettate da un campionato particolare. Ovviamente noi dobbiamo essere bravi a sceglierli e poi a motivarli e a creare loro l’ambiente giusto ma alla fine, in campo meritano o demeritano loro”.

Il momento più bello e quello più brutto da quando sei a Ferrara…
“Il più bello forse deve ancora venire. Brutti… mah… non direi che ce ne sono stati perché quando le cose andavano male era giusto che i tifosi fossero scontenti”.

Hai sempre parlato di gradi e di calma. Quanto è importante, anche per il tuo lavoro, la solidità societaria mai così evidente?
“E’ fondamentale, fondamentale davvero avere una società forte. Abbiamo detto subito, appena arrivati a Ferrara, che volevamo costruire con pazienza e nel tempo una società forte che non vuol dire avere la possibilità di spendere e basta ma, piuttosto, partire dal settore giovanile per disegnare e assicurarsi un certo futuro. All’inizio, riguardo al fotovoltaico, nemmeno ce lo immaginavamo un traguardo del genere. Ora il futuro l’abbiamo già. E per futuro intendo non dipendere da una persona sola, cosa importantissima. Oggi il settore giovanile va bene, la prima squadra anche e poi abbiamo ridato brillantezza a una società che non deve stare qui, in queste categorie, a marcire. Ci sono realtà meno nobili rispetto a Ferrara in categorie più prestigiose. La Spal deve ritornare a competere in altre e più importanti serie”.

C’è stato un momento nel quale hai pensato di andartene, a parte la corte del Bassano?
“Mai. Sul serio. Perché non sono uno che molla, non ci ho mai pensato. Avevo e ho in testa di raggiungere certi traguardi e voglio raggiungerli qui”.

Confermi di non essere andato a Bassano per un debito morale nei confronti di Butelli nonostante ti offrissero quattro volte di più di quanto prendi a Ferrara?
“Sicuramente stare a Ferrara con Butelli e Bena non mi ha pesato. Mi avevano fatto proposte, lo sanno tutti, ma ero appena arrivato e ho fatto bene a rifiutare. Ringrazio Cesare e Stefano per essersi fidati di me, oltretutto il Presidente non era dentro il mondo del calcio e quindi ha puntato sul sottoscritto grazie al suo intuito e quindi grazie due volte. Poi non è vero che avrei guadagnato quattro volte di più. Diciamo molto di più”.

Quanto è importante per il futuro della Spal il progetto fotovoltaico e quanto tempo, anche a te personalmente, ha portato via?
“Come dicevo è importantissimo. Mi ha portato via un’enormità di tempo per correre dietro a tutti. Io e Sergio Gessi, il consigliere… una faticaccia, come lavorare per un’altra azienda, praticamente. Però tutto questo enorme lavoro ci permette ora di guardare al futuro con serenità senza dipendere, ripeto, da una persona o da un gruppo persone, insisto su questo concetto perché è fondamentale visto il calcio di oggi. Il fotovoltaico della Spal, in sostanza, è una grande conquista, una grande intuizione”.

Quest’anno stai più tempo a Ferrara. Qui la critica è obbligatoria. Era ora!
“Era ora sì, ma sai, ho avuto tante cose da mettere a posto anche a livello personale. Con il nuovo anno starò a Ferrara anche settimane intere ed è giusto così perché la Spal merita questo. Sarò sempre di più in città e sul territorio perché c’è molto lavoro da fare. Ma guarda che in questi mesi tra Ferrara, Bologna, Milano, Brescia sembravo una trottola eh, ero sempre in giro…”.

Quanti chilometri fai all’anno per la Spal?
“Settantamila, più o meno”

Seconda critica. Il settore giovanile sta andando bene ma si può fare molto di più… Mi riferisco al reperimento di ragazzi sul territorio non ai risultati e alle inutili classifiche.
“Sicuro. Si può fare meglio e di più. Siamo partiti con idee e progetti di un certo tipo, ora Lauricella e Orlandini, i coordinatori, stanno facendo molto bene, e li ringrazio così come voglio ringraziare pubblicamente la nostra brava collaboratrice Annalisa Fenzi. Per tornare alla tua critica, comunque, possiamo e dobbiamo crescere ancora. Stando a Ferrara seguirò di più anche il vivaio e accetto la critica perché i ragazzi sono un punto di forza e di partenza di una società vera”.

Quanto guadagna il Direttore Generale più pagato in Prima Divisione?
“Ah ah ah… non lo so, sicuramente più di me… ah ah. Io sono contento di quello che faccio io e di ciò che guadagno. L’importante è che il mio lavoro venga apprezzato e di conseguenza remunerato”.

E tu quanto guadagni? Come un Zamboni o come un Laurenti?
“Come un Laurenti, hi hi hi ah ah ah (ride per venti secondi buoni)”.

E quante volte al giorno senti il Presidente?
“Eh eh eh, tante, tante, il mio è uno dei suoi numeri preferiti… ed è logico”.

C’è qualcuno che ti senti di dover ringraziare da quando sei diventato il Comandante spallino?
“Tanti, non sarei qui se non dovessi ringraziare. In primis Butelli e Bena, poi tutti i collaboratori che fanno un lavoro oscuro, Schena ovviamente, ma anche le ragazze dell’ufficio, Livio Zecchi, Sergio Gessi, il magazziniere, i giocatori, i medici, l’allenatore e tutto lo staff tecnico. Sono stato fortunato nella scelta dei collaboratori. Anche la tifoseria che ci segue con affetto, almeno la maggioranza, vorrei ringraziare e rischio di dimenticare qualcuno. Conoscendomi sai che non dico queste cose per piaggeria”.

Sarà l’aria ancora di festa a renderti così buono…
“No, assolutamente. Io sono convinto che nelle aziende e nelle società di calcio vai avanti solo se hai un team competente, entusiasta e affiatato. Certo, se creo un gruppo di lavoro buono è anche merito mio ma poi, cazzo, sono loro che lavorano. Se vendiamo giocatori all’Inter o alla Juve io ho i contatti giusti ma sono gli altri che li hanno fatti crescere”.

Veniamo al tuo argomento preferito… Dici da un bel po’ che farete soltanto mercato in uscita. Non ci credo.
“Allora. Ricominciamo! Scusami, la squadra va bene, ha cinque punti di ritardo dalla prima, il Gubbio, che nelle ultime sette gare ha avuto un rendimento eccezionale e non credo possa fare sempre così. Ma non è finita. Abbiamo lasciato pure qualche punto sul terreno e dico che non possiamo rimproverare nulla a nessuno tranne qualche scampolo di partita… Quindi perché toccare una macchina che va bene? Poi è tutto perfettibile ma non vogliamo toccare nulla. Certo, siamo qui in ballo e se ci sarà da migliorare ci saremo. Ma solo se qualcuno vuole andarsene e in questo caso cercheremo giocatori migliori e funzionali al nostro progetto. Ma, credimi, vista la nostra rosa non sarà facile. Vedi che non mi lamento mai quando manca un giocatore o un altro, nei vari dopo partita? Questo perché abbiamo una squadra completa con tanti ragazzi duttili. Nel ritorno qualche squadra si rafforzerà, dobbiamo saperlo, e noi dovremo essere bravi a fare sempre di più. Non temiamo alcuna pressione, ha ragione il Presidente, perché abbiamo tante presenze in A in squadra e certi giocatori li abbiamo scelti proprio per evitare le pressioni esterne”.

Beh, per quanto riguarda il mercato estivo non è andata male, dài! Ravaglia, Melara, Battaglia, Coppola, G. Rossi, Fofana… poi Belleri e Locatelli.
“Il bilancio è positivo, certo. Sono convinto che tra questi c’è qualcuno che può fare anche di più ma  siamo contenti di quanto è stato fatto. Nomi? Non ne faccio ma a loro l’ho già detto”.

Parli sempre di tre cessioni e/o prestiti. Andiamo per ordine. La situazione di Zamuner… Pare  destinato a raggiungere Quintavalla all’Entella, in Seconda Divisione. Il suo cartellino è tutto vostro? Andrà soltanto in prestito?
“Sì, è tutto nostro e andrà soltanto in prestito. Non so dove andrà ma comunque in Seconda categoria”.

Vecchi, invece, volete tenerlo a Ferrara e impostarlo da centrale. Confermi?
“Sì, ci crediamo e del ragazzo ne discuteremo a fine campionato con il Parma”.

Passiamo agli esterni. Laurenti non trova mai spazio e ha bisogno di giocare perché i valori ce li ha. Ormai è fatta per il Mezzocorona che l’ha spuntata sul Prato…
“Sì, abbiamo fatto decidere lui. Doveva capire chi lo fa giocare di più e se non lo capiva da solo glielo spiego io”.

Anche Corsi viene impiegato con il contagocce e crediamo che il club che ne detiene il cartellino, il Pescara, abbia tutto l’interesse a vederlo giocare di più. Qualche offerta, poi, vi è già arrivata ma tu ripeti che vorreste tenerlo…
“Sì, mi piacerebbe. Lui mi sembra contento, quindi… Pensiamo possa fare bene e anche giocare di più da noi. Deve lavorare ancora ma, ripeto, può fare bene anche a Ferrara”.

Marongiu è già al Casale da Buglio per tentare la definitiva esplosione in vista di un ritorno a Ferrara… Che cosa ti aspetti da lui, prima domanda. Seconda: non era meglio prestarlo già l’estate scorsa?
“Forse sì ma non abbiamo trovato la soluzione giusta, ad agosto. Ora il Casale gli dà un’opportunità importante ma dipende da lui. Come ti ho detto prima noi, intendo la società e l’allenatore, facciamo delle scelte ma sono i giocatori vanno in campo. Se uno è bravo si vede. Adesso tocca ad Ale. Quando mi dicono, certi giocatori e procuratori, che l’allenatore non li vede bene io rispondo sempre che è proprio perché li vede bene che non li fa giocare… Non so se mi spiego”.

Zamuner, Laurenti, Marongiu… siamo già a tre partenti quindi a ventidue giocatori in rosa senza contare l’infortunato Cosner. Sicuro che vi fermerete qui? Ghetti andrà via, al Ravenna…
“Se Ghetti andrà via troveremo il sostituto. Il problema è che se Ghetti vuole andare deve parlare con me e così deve fare la squadra che lo vuole. Se, invece, tutti parlano attraverso i giornali diventa difficile. Se poi qualcuno chiede il rinnovo la risposta è la stessa per tutti: se ne riparla alla fine del campionato”.

Vale anche per Cipriani? Questa sì che è una notizia…
“Ma va. Per Cippo il discorso è diverso e c’erano accordi precisi e precedenti. E’ una questione onestamente e oggettivamente diversa perché ha mercato, è un attaccante e oggi i difensori bravi te li tirano addosso e i bomber o presunti tali costano cifre allucinanti anche quando non sono forti. Così va il mercato, oggi”.

Tornando a Guidone, proverai a farti dare Gerbino Polo?
“Non so, con tutto il rispetto per Guido vale quello che ti dicevo poco fa, non hanno lo stesso valore. E poi non credo lo vendano, Gerbino”.

A Zamboni, però, piace molto. E a te?
“A me… boh, ce ne sono tanti che mi piacciono”.

Se parte Ghetti dovrete acquistare anche un difensore…
“Potrebbe essere. In quel caso ce l’ho già in mente ma non te lo dico altrimenti i prezzi salgono…”.

Prima di parlare più nel dettaglio del mercato in entrata ti chiedo se anche Colomba, vista la giovane età, non meriterebbe di essere messo alla prova magari in prestito…
“Insisti, allora! E dopo qui chi rimane? Mia nonna? Ce ne servono ventidue di giocatori più Cosner. Tocchiamoci pure ma tra squalifiche, cali di forma e infortuni vedrai che ci sarà spazio per tutti”.

Penultima questione prima del capitolo acquisti. Credo che Meloni non sia molto contento del suo impiego esclusivamente legato alle assenze dei colleghi di reparto. Se chiedesse di essere ceduto a gennaio?
“Vale il discorso fatto per Ghetti. Se troviamo un sostituto all’altezza e Melo ci chiede di andare via ci penseremo. Ma, scusa, è ovvio che non sia contento di giocare poco ma il calcio non è uno sport individuale, ci sono delle scelte e vanno rispettate. Non ho mai visto un allenatore che si taglia i coglioni per non far giocare uno che gli starebbe antipatico. La maglia se la mettono i giocatori, te lo dico ancora una volta. Anche qui abbiamo pronto un sostituto, comunque, stai tranquillo. Però Melo deve anche fare autocritica e chiedersi perché non ha giocato tanto. Guarda, l’autocritica la faccio anche io e la devono fare tutti, anche l’allenatore e i giocatori. Per fare questo lavoro, in campo o dietro una scrivania, non devi essere permaloso”.

Parliamo di Fofana. A parte l’infortunio e un ottimo inizio credo vi aspettaste di più…
“Questa cazzata l’hai già scritta e ti rispondo così: ha fatto quattro gol in undici partite, forse voi siete abbagliati dai numeri di Cippo. Certo, Fofa non deve accontentarsi perché è uno, lo dico con convinzione, che ha mezzi per giocare in serie B, sia tecnici sia fisici. Dipende solamente da lui ma ha ampi margini e noi ci fidiamo ciecamente e lo sosteniamo”.

Aspetterete la fine di gennaio per decidere se acquistare anche per valutare meglio il recupero dello stesso Fofana?
“Ancora? Ti sei fissato…”

Ma se sono un fan di Fofana e quest’estate l’ho riempito di messaggi su facebook d’accordo con Zambo per fargli preferire la Spal al Pisa…
“E allora, cazzo di domande fai?”

Te lo devo dire io come funziona il mercato e quanto interessa ai lettori?
“No, ma se si scrivono cose non vere gli stessi tifosi si fanno idee sbagliate”.

Quindi Fofana rimane…
“Fofana non è in discussione, non aspettiamo un bel niente e non stravolgeremo nulla”.

Anche Coppola dopo un attimo inizio è leggermente calato. Rivedremo il vero mastino napoletano?
“Sì, ci mancherebbe. Ha tantissimo da dare e per tanti anni, Coppola. Ha avuto una flessione, è vero, magari ci aspettavamo di più ma veniva da anni complicati, e noi tutti abbiamo grande fiducia in lui. Insisti pure ma non ci sono problemi, credimi ostia!”.

Abbiamo già fatto più volte il nome di Tulli. Ormai sappiamo che l’avete trattato anche l’estate scorsa. E’ un giocatore molto duttile, utilizzabile come esterno offensivo e come secondo attaccante, che piace molto a te e a Notaristefano. Io credo che per non lasciare nulla di intentato, ora che anche il Presidente Butelli parla apertamente di serie B, non sarebbe affatto male arrivare all’ex giocatore del Rimini…
“Ce ne sono di giocatori bravi… Ma si gioca in undici e con le sostituzioni in quattordici. Può essere, comunque, che in condizioni particolari arrivi lui o qualcun altro…”.

Traduco dal “pozzese”? Non arriverà…
“Ah ah ah, vedremo”.

Altri due nomi che abbiamo fatto: Sinigaglia che costa zero – e tu e Notaristefano lo conoscete bene –, non ha pretese e potrebbe completare il reparto e Agnelli: anche lui costa poco o nulla e quest’estate sembrava in cima alla lista dei desideri del tecnico…
“Sì… sì… no… ma giocatori che costano poco ce ne sono tanti. Vedrai quanti ce ne proporranno anche a gennaio. Il problema è che bisognerà vedere se ne avremo bisogno. Sinigaglia e Agnelli sono buoni giocatori che potrebbero fare bene, questo te lo concedo”.

E Arma? Può essere che ritorni?
“Non credo proprio”.

Ultimo nome. L’avevamo fatto l’estate scorsa e l’ho riscritto ieri perché a Benevento sono certi che la Spal lo stia seguendo con attenzione. Mi riferisco a Germinale, attaccante giovane e di sicura prospettiva?
“Chi l’ha scritto, scusa?”

Lo Spallino.com l’estate scorsa e i giornali di Benevento poco dopo Natale. Noi l’abbiamo soltanto ripreso…
“Ho capito”.

Beh, non commenti?
“E cosa devo dire?”.

Boh, confermare o smentire, per esempio…
“Ma, vedremo”.

La considero una conferma.
“E’ un bravo giocatore. Chi tace non dice niente…”.

No, è chi tace acconsente, il proverbio!
“Vatti a vedere il diritto, ho ragione io (e ride soddisfatto)”.

Dimenticavo. Ieri un sito nazionale, Tuttolegapro.com, scriveva di un vostro nuovo interesse per Aimo Diana. A noi risulta che sia una cosa ormai superata…
“Sì, è una cosa vecchia, non è lì che abbiamo bisogno. C’è stato un contatto quando aspettavamo una risposta di Belleri. Certo che se mi chiamano, me lo regalano e gli pagano anche l’ingaggio… Eh eh. Sia chiaro, non si discute il valore del giocatore ma, ripeto, lì siamo a posto”.

Proprio in questi giorni, sempre il Presidente Butelli ci ha detto che valuterete le prime partite di gennaio e poi se ci sarà da intervenire non lascerete nulla di intentato…
“È la filosofia che ti dico tempo ma insisto all’infinito. Faremo soltanto dei correttivi e solamente se qualcuno ci chiederà di andarsene”.

Per fare dei numeri che smentiscano la tua versione Pinocchio mi sbilancio. Quattro o cinque partenze e uno o due arrivi. Finirà così il mercato d’inverno della Spal?
“Può anche essere, non lo escludo ma non partirà nemmeno un big”.

Ti ricordo che quest’estate quando ti parlavo di una decina di acquisti ridevi e dicevi che sarebbero stati la metà…
“Eh eh, vabbé mica racconto le cose vere a voi giornalisti. Se lo facessi i giocatori costerebbero di più. E invece noi manteniamo un profilo basso, facciamo il giusto e spendiamo il giusto”.

Ritornando un po’ sul generale. Hai detto che consideri quella attuale la tua Spal più forte…
“Penso proprio di sì. Il primo anno, per necessità, abbiamo rifatto tre volte la squadra e siamo andati avanti sulle ali dell’entusiasmo. L’anno dopo, secondo me, la squadra era più forte ma forse ci siamo tutti montati la testa. Ora siamo partiti più in sordina ma con la consapevolezza di sapere dove intervenire e come lavorare. Le esperienze passate ci hanno fatto crescere. Quindi sì, questa è sicuramente la Spal più forte a prescindere dai nomi perché alla fine se non ti impegni e non corri anche i nomi contano poco”.

Dicci i tre acquisti più azzeccati da quando sei alla Spal?
“Zamboni, Cipriani e Arma che ci ha fatto guadagnare bene, partiva da zero e nessuno lo conosceva (ride). Ma anche altri, dài”.

E i tre colpi sbagliati?
“Sbagliati è difficile dirlo. E’ quel discorso che facevo prima. Certe stagioni sono strane, anche uno bravo può rendere meno. Non hanno reso Moro, Cazzola, anche altri ma succede. Secondo me anche loro valevano la categoria, non erano scarsi in assoluto”.

Svela anche tre trattative saltate a un passo dalla fine… Botta, Lambrughi e forse Torri?
“Sicuramente. Lambrughi doveva soltanto firmare, su Botta all’ultimo è arrivato il Vicenza purtroppo, per Torri non era ancora tutto fatto ma ci credevo”.

E Troianiello?
“Come fai a saperlo?”.

Non faccio nomi neanche io, tiè! Ma me l’ha detto un tuo collega che non c’entra con Ferrara…
“Eh, sarebbe stato un gran colpo…”.

Vediamo sempre Giorgio Zamuner, grande e spallino ora procuratore, al seguito della Spal e vicino a te. Gli insegni il mestiere per farlo entrare in futuro in società?
“Ah ah, Giorgio capisce tantissimo di calcio. Quando ha smesso gli ho fatto fare l’osservatore per me a Lumezzane. Lo conoscevo da giocatore, poi da osservatore… può scegliere lui cosa fare da grande. Se lavorare con Tinti oppure no. Mi farebbe piacere vederlo Direttore sportivo perché è bravo, trasparente e andrebbe d’accordo con me. E poi Giorgio è molto bello e stare a suo fianco mi servirebbe… Magari mi passerebbe qualcosa, qualche suo scarto (ride un’altra ventina di secondi)”.

Penultima cosa. A quando ci aggiorniamo per tirare le somme di questo mercato. Scegli tu la data.
“L’ultima settimana, anzi gli ultimi giorni di gennaio, questo è sicuro perché non abbiamo nulla da fare, almeno in entrata”.

Ultimissima domanda. Se la Spal dovesse… e non ti dico altro per scaramanzia… che cosa saresti disposto a fare. Ti butti con il paracadute o con la teleferica insieme con il presidente, fai Lumezzane-Ferrara in bici oppure…
“Oppure non faccio un cazzo. Esulto e basta perché il traguardo è alla nostra portata”.

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