ALLA SCOPERTA DEI ROMENI DEL FC BIHOR ORADEA. LA STORIA DI UN CLUB PARTICOLARE

Giovedì a Ferrara sbarca per un’amichevole una squadra romena talmente poco conosciuta che la stampa locale è persino riuscita a sbagliarne il nome: il Football Club Bihor Oradea, erroneamente chiamato in questi giorni Bihoro Radea (in compenso Bihoro è un distretto della città di Abashiri in Giappone), è una società della seconda serie del calcio romeno. Ha la sua base a Oradea, nella parte nord-occidentale del paese, proprio nella famigerata regione della Transilvania. Storia interessante quella della città conosciuta nell’antichità come Varadinum, piazzata in una zona di confine con l’Ungheria. Dettaglio importante considerato che la stessa municipalità, per via della sua buona rendita economica, è stata oggetto di contesa tra il paese magiaro e la Romania. Oradea è stata annessa alla Romania al termine della prima guerra mondiale (1918) per poi essere di nuovo territorio di scontri durante il secondo conflitto e tornare fino al 1947 parte dell’Ungheria. Gli sviluppi del Trattato di Parigi (1947) riportarono definitivamente la città sotto il controllo del governo romeno, malgrado la popolazione di origine ungherese rappresenti oggi quasi il 30% di quella totale.
Circostanze turbolente, che però hanno permesso a Oradea e alla sua squadra di fregiarsi di un record tutto particolare: è infatti una delle due squadre al mondo (l’altra è il Rapid Vienna) ad aver vinto due titoli in nazioni diverse. Correva infatti l’anno 1944 quando il club vinse il massimo campionato ungherese con la denominazione Nagyváradi Atlétikai Club (in ungherese la città prese il nome di Nagyvarad). L’altro titolo risale al 1949 quando la città tornò a far parte della Romania: all’epoca la squadra si chiamava IC Oradea. La compagine rossoblu ha spesso cambiato nome durante la sua storia: durante il regime comunista si è anche chiamata Libertatea e Progresul. Questo fino al 1958 quando ha definitivamente assunto il nome attuale. Negli ultimi cinquant’anni l’FC Bihor ha vissuto diversi anni di anonimato, navigando spesso tra seconda e terza serie romena, salvo stabilizzarsi nella attuale Liga 2 nell’ultimo decennio. Non sono mancate alcune grandi soddisfazioni come il raggiungimento della massima serie nel 1988. Dal punto di vista strettamente tecnico la stagione 2010-2011 è stata una delle migliori della storia recente del club: il secondo posto nel girone occidentale della Liga 2 avrebbe permesso ai rossoblu di salire di categoria, ma le inflessibili regole del campionato romeno sulle squadre indebitate hanno determinato un perentorio semaforo rosso per i ragazzi allenati da Gheorghe Doru Ghit. Così a festeggiare la promozione è stato il piccolo CS Mioveni, terzo classificato.
I problemi economici dell’FC Bihor hanno quindi costretto la dirigenza all’allestimento di una squadra piuttosto giovane per il campionato che inizierà il prossimo 20 agosto. Un tratto in comune con la Spal. La rosa conta infatti su uno zoccolo duro di giocatori nati tra il 1987 e il 1991 e ha un solo ultra-trentenne presente, il difensore e capitano Dumitru Musca, classe 1979. Elementi di spicco tra i rossoblu sono il giovane trequartista Catalin Chis e l’attaccante Adrian Markus, autore di dodici gol nella scorsa stagione. Sarà sicuramente interessante vedere le due selezioni a confronto giovedì sul campo di via Copparo, in quello che di certo può essere considerato un buon test di avvicinamento verso impegni più prestigiosi, come l’amichevole con il Racing Santander allenato da Hector Cuper prevista per il 7 agosto.
Per chiudere giusto un paio di curiosità su personaggi noti legati a Oradea e che sono passati dall’Italia. Nel tempo in cui la città si chiamava Nagyvarad vi è nato Erno Erbstein, allenatore (di origini ebraiche) nell’epoca pionieristica e protagonista nella saga dell’invincibile Torino degli anni Quaranta. Il tecnico ungherese arrivò in Piemonte nel 1938 dopo aver fatto ottime cose con la Lucchese ma fu costretto a fuggire a causa delle leggi razziali varate durante il regime fascista. In qualità di direttore tecnico portò in granata Valentino Mazzola ed Ezio Loik. Tornò con l’incarico di allenatore agli albori del 1948 e morì nel tragico schianto di Superga del 4 maggio 1949. Tuttora riposa in Italia, nel cimitero monumentale di Torino.
Altro personaggio, di certo meno noto, ad aver legato il suo nome a Oradea è stato il calciatore Lajos Detari, anche lui ungherese e transitato in Italia con le maglie di Bologna, Ancona e Genoa. Dopo aver chiuso la sua carriera da giocatore nel 2000 l’ex centrocampista ha mosso i primi passi da allenatore proprio nel club transilvano, prima di iniziare una peregrinazione professionale che lo portato ad allenare persino in Vietnam (!).

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