LEO GROSSO, IL PORTIERE SINDACALISTA NUMERO UNO SPALLINO ANCHE QUEL GIORNO AD AVELLINO

AVELLINO-SPAL 1-1 (7 novembre 1976). Marcatori: Trevisanello, Manfrin
Personaggio: Leo Grosso

A Santa Vittoria d’Alba, a una manciata di chilometri da Bra, sua città natale, c’era una delle più gloriose società dilettantistiche del Piemonte: l’Associazione Calcio Cinzano e proprio con gli “spumaioli” Leo Grosso iniziò la carriera di portiere. Bravo tra i pali e sorretto da un fisico al di sopra della media, almeno per quegli anni, non gli fu difficile mettersi in evidenza tanto che, dopo essere stato seguito con attenzione e continuità da Ermelindo Bonilauri, responsabile degli osservatori del Genoa, Leonardo Grosso arrivò nel capoluogo ligure. Il Genoa militava nella Massima Divisione ed era allenato dal brasiliano Paolo Amaral, un bravo e moderno, forse troppo per i tempi, preparatore atletico e fu proprio il carioca a farlo esordire in serie A.
La sua prima apparizione in prima squadra fu apparentemente disastrosa. Si giocò contro la Juventus e i vari Sivori, Stacchini, Combin e compagni riuscirono a bucarlo ben sette volte, ma gli addetti ai lavori capirono che la stoffa c’era, andava solamente seguita e incentivata. Infatti, esonerato Amaral e sostituito con Roberto Lerici, Grosso collezionò altre due presenze ma, per il Genoa, non fu una stagione positiva, conobbe l’onta della retrocessione in serie B. Nella cadetteria Leonardo giocò un ottimo torneo, conquistando la fiducia dell’intero ambiente rossoblu. In Liguria rimase, complessivamente, per sei stagioni e già questo dato era, di per sé, un ottimo biglietto da visita, in un ambiente esigente non si poteva rimanere per tanto tempo se non si era all’altezza. In quegli anni genoani ebbe allenatori di tutto rispetto, da Giorgio Ghezzi, ex portiere di Milan, Inter, Genoa e Nazionale a Paolo Tabanelli, Da Livio Fongaro ad Aldo Campatelli, per tutti Leonardo Grosso fu un punto di riferimento su cui contare. Ma non furono anni entusiasmanti per i rossoblu genoani tanto che, alla fine del campionato 1969-70, il pluri scudettato Genoa subì l’umiliazione della retrocessione  in serie C.  Grosso, però, non segui i liguri in terza serie, rimase in B, il Perugia di Guido Mazzetti riuscì ad accaparrarsi le sue prestazioni  e con i grifoni umbri disputò quattro buoni campionati di serie B. Anche a Perugia ebbe buoni rapporti con i vari allenatori che si susseguirono, da Egizio Rubino a Leandro Remondini, e se nell’estate del 1974 non fosse entrato nel conguaglio per la cessione di Roberto Marconcini al Perugia, difficilmente Leonardo Grosso sarebbe arrivato a Ferrara.
Nel suo primo anno spallino, quel galantuomo di Mario Caciagli, inizialmente gli preferì la “speranza” Zecchina. In seguito, però, Grosso entrò e non lasciò più la maglia numero uno. Nella stagione successiva, il torneo dei tre allenatori, Petagna-Pinardi-Capello, Grosso fu un punto di riferimento e la Spal riuscì ad ottenere un meritato settimo posto. Nel campionato 1976-77 successe di tutto, e come spesso accade, quando le cose vanno male nessuno fu risparmiato, Grosso compreso che, però, limitandoci all’agonistico, quando fu chiamato fece sempre il proprio dovere fino in fondo. Così fu ad Avellino dove i vari Trevisanello, Lombardi, Traini e soci trovarono un Grosso sempre pronto a sbarrargli la porta come successe in più di un’occasione quel giorno ad Avellino nel precedente che abbiamo scelto. Per la cronaca Grosso è ai vertici dell’Associazione Italiana Calciatori fin dagli anni Settanta quando conseguì una laurea in legge. Dal novembre del 2010 è anche presidente della Federazione Internazionale dei calciatori professionisti.

Attualmente LoSpallino.com raggiunge un pubblico che non è mai stato così vasto e di questo andiamo orgogliosi. Ma sfortunatamente la crescita del pubblico non va di pari passo con la raccolta pubblicitaria online. Questo ha inevitabilmente ripercussioni sulle piccole testate indipendenti come la nostra e non passa giorno senza la notizia della chiusura di realtà che operano nello stesso settore. Noi però siamo determinati a rimanere online e continuare a fornire un servizio apprezzato da tifosi e addetti ai lavori.

Convinti di potercela fare sempre e comunque con le nostre forze, non abbiamo mai chiesto un supporto alla nostra comunità di lettori, nè preso in considerazione di affidarci al modello delle sottoscrizioni o del paywall. Se per te l'informazione de LoSpallino.com ha un valore, ti chiediamo di prendere in considerazione un contributo (totalmente libero) per mantenere vitale la nostra testata e permetterle di crescere ulteriormente in termini di quantità e qualità della sua offerta editoriale.

0