LA STAGIONE DELLA SPAL 1907 SI E’ UFFICIALMENTE CONCLUSA. ALLE DICIASSETTE IL DEFINITIVO ROMPETE LE RIGHE. NEI PROSSIMI GIORNI ATTESI I PRIMI COLLOQUI. E POZZI INCONTRERA’ VECCHI

Ultimo giorno al Centro, da domani Spal ufficialmente in vacanza. Baci, abbracci, qualche pasticcino, un bicchiere di spumante. Pacche sulle spalle. Segnali inequivocabili. Di arrivederci ma anche di addio. Già, perché è nel corso naturale delle cose che molti di questi giocatori che abbiamo visto quest’anno salire le scalette del “Paolo Mazza”, l’anno prossimo saranno protagonisti indiscussi altrove, con altre maglie e magari, perché no, in categoria superiore. C’è sincera commozione tra i biancazzurri nella palestra del Centro di via Copparo. Un gruppo vero, solido, moralmente integerrimo, eticamente irreprensibile. Un mix di giovani ed esperti che ha dato tutto e forse anche di più a dispetto dei (tantissimi) problemi fuori dal campo, che ha saputo cementificarsi come pochi altri avrebbero saputo fare meglio. Il loro curriculum dirà implacabilmente che sono retrocessi, nei nostri occhi e nei nostri cuori lo spazio che meritano questi ragazzi dovrà invece essere lo stesso di quello dedicato a chi ci ha portato a vivere i fasti dei giorni migliori. Sembrerà paradossale ma è retrocessa una squadra di vincenti. Che, tra le altre cose, seguiremo con attenzione anche l’anno prossimo nella nostra consueta rubrica dedicata agli ex di turno. Faremo il tifo per loro proprio come loro faranno il tifo per la Spal, come in tanti ci hanno promesso. Con una flebile, timida speranza che a metà luglio ci sia la lieta sorpresa nel ritrovare qualcuno di questi ragazzi vestire ancora la casacca biancazzurra.
La cornice è quella solita da ultimo giorno di scuola, la sobrietà la fa da padrone e non potrebbe essere altrimenti. Sullo sfondo c’è ancora tanta rabbia frammista a quella delusione che non può ancora essere del tutto smaltita dalla truppa ferrarese, dopo l’amara retrocessione patita domenica scorsa. Troppo fresca la ferita che brucia ancora. E fa sempre più male, se per un attimo ripercorriamo il campionato che è stato. Se pensiamo a quel maledetto gol di Martini lo scorso venticinque aprile nel terzo minuto di recupero nella gara contro la Pro Vercelli. Quei due punti persi sarebbero stati determinanti ai fini della salvezza diretta.
Ci resteranno negli occhi di questa stagione disgraziata gli inutili ma splendidi diciotto gol di Arma e il record di Capecchi, un ragazzino che compirà trentotto anni il prossimo otto agosto, con i suoi tre rigori parati. Numeri che stridono a confronto del gol di mano subìto da Perna alla prima di campionato contro il Pisa, preludio amaro e beffardo di una stagione che sarebbe stata prima tribolata e poi finita come tutti sappiamo. E come dimenticare il gol di Lanzoni al novantesimo in Spal-Foggia e finita 2 a 1 per i pugliesi alla fine di quella nebbiosa ma epica giornata di novembre con una Spal andata prima in vantaggio e poi ridotta nove contro undici da un arbitraggio a dir poco incredibile (in senso negativo ovviamente) e quelle stoiche galoppate di Melara, unica punta (!), all’indomani di un’altra scadenza non rispettata? Come potremo scordare Alessandro Cesca da Latisana, sei gol in stagione la metà dei quali contro la Spal e tutti determinanti tra l’altro, giustiziere per eccellenza con due maglie diverse della mai doma truppa estense, ancora per una stagione magistralmente condotta dall’inizio alla fine da capitan Zamboni? E ancora i ventisette punti del girone di ritorno, le cinque vittorie esterne (contro una della stagione precedente). Ma anche gli otto punti di penalità (un altro record, stavolta poco invidiabile però), le lunghe giornate di sciopero dei dipendenti, gli addii e le rivoluzioni in seno a una società indiscutibilmente colpevole. Chi se lo scorda il gol straordinario di Castiglia a Terni che per un attimo ci ha portato a toccare il cielo con un dito e ha fatto pensare per pochi istanti anche al più scettico che mannaggia… non succede, ma se succede ai playout ci mandiamo il Como, la Tritium, la Reggiana, il Foggia, insomma tutti, ma noi no.
Infine, quel maledetto palo interno colpito da Michele Marconi, bomber di Coppa Italia ma con le polveri bagnate in campionato, nell’ultima e decisiva partita, domenica scorsa, contro il Pavia. Epilogo peggiore non poteva esserci. A Bassano, in Coppa appunto, era entrata quella botta tremenda all’incrocio, facendo letteralmente esplodere il “Mercante”; al “Mazza”, quel tiro mefistofelico che sbatte sul legno, è lo specchio di una stagione che forse doveva solo e semplicemente andare così. 
Sono le diciassette di un pomeriggio afoso e desolante e la città è ancora scossa dopo essere stata catapultata di soprassalto a rivivere lo stesso incubo di nove giorni fa. Colpa di questo maledetto terremoto che ha fatto battere i cuori già duramente provati dei cittadini ferraresi. Iniziano i saluti finali e arriva ufficialmente anche il rompete le righe decretato da Stefano Vecchi: timoniere esemplare il bergamasco, che ha saputo gestire la deficitaria situazione societaria in maniera impeccabile, insieme al suo staff, facendosi garante del patrimonio umano a disposizione, nonostante i momenti di naturale smarrimento contro cui ha combattuto. Ha vinto più di tutto la sua voglia e la sua forza di crederci sempre ed è riuscito a trasmetterla a questi splendidi ragazzi che hanno perso la battaglia intestina, ma che sul campo hanno portato a casa un sacrosanto e onesto decimo posto, subendo mai, ma proprio mai, alcun avversario da agosto a maggio.
Partono alla spicciolata i giocatori, è il momento per tutti di pensare al domani. Nei prossimi giorni sono attesi i primi colloqui, il primo summit in programma è quello tra il diggì Pozzi e mister Vecchi la cui permanenza a Ferrara è ancora lontano dall’esser definita, benché lo stesso non ne faccia una questione di categoria. Serve un progetto serio, servono programmi. Certezze. Garanzie. Oltre a giocatori che possano far risplendere al più presto questi colori. E una società.
Arrivederci a tutti i ragazzi che hanno vestito il biancazzurro. Buona fortuna, buona e fantastica carriera a chi non rivedremo più e grazie per aver onorato fino alla fine questa maglia. Non dimenticatevi di Ferrara, perché noi non vi dimenticheremo.
E ricordate, ovunque voi siate, sempre FORZA SPAL.

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