Subbuteo o son desto? Il consiglio letterario del mese per gli amanti del calcio da tavolo

Un gioco o qualcosa di più? Il nome Subbuteo risuona nelle orecchie dei “ragazzi” degli anni ’70-’80, il calcio da tavolo giocato rigorosamente a punta di dito su un panno verde ha impegnato allo strenuo i pomeriggi dei ragazzi di almeno due decenni prima di essere lentamente ma inesorabilmente soppiantato dai giochi elettronici. Ora, altrettanto lentamente e inesorabilmente, il Subbuteo sta tornando in auge nella sua versione “Old”, quella amatoriale. Arrivati alla soglia della maturità molti quaranta-cinquantenni stanno riscoprendo il gusto del Subbuteo (e qui gli psicologi troverebbero materiale in abbondanza per le loro teorie…), sono sorti club in tutta Italia, si disputano regolari tornei e qualche giovane, figlio, nipote, conoscente si sta pian piano avvicinando al gioco. Nicola Deleonardis, classe 1965, grande appassionato sfegatato di calcio, subbuteista e attivo partecipante del forum su Internet con il nickname “Delez”. In “Subbuteo o son desto” ha incontrato personaggi famosi in diversi campi che come tanti hanno un insospettato trascorso passato a colpire col dito una palla con miniatura di plastica incollata su una base basculante ricreando dribbling ubriacanti e gol sensazionali. Salta fuori una galleria di diciannove nomi: famosi giornalisti sportivi come Fabrizio Failla, Marco Mazzocchi, Riccardo Cucchi; cantanti come Francesco Baccini, Andrea Mingardi, Nicola “Faso” Fasani; attori come Max Pisu, Leonardo Manera, Gianmarco Tognazzi; calciatori come Gianluigi Buffon (accanito collezionista di squadre) o Cristian Servirei… Una lunga lista accomunata dal “flick” (il colpo a punta di dito col quale si colpisce il giocatore). libro subbuteo...o son destoDalle interviste si capisce quanto il Subbuteo sia stato importante per creare amicizie e legami che in molti casi durano tuttora, dal senso di nostalgia degli intervistati si percepisce come spesso manchi solo l’occasione per tornare a calcare il panno verde. Il libro ha la prefazione di Carlo Nesti, un’introduzione con cenni storici e tecnici sul Subbuteo e un’appendice con qualche consiglio per chi volesse iniziare a collezionare squadre e come restaurare gli omini un po’ malconci. Il merito di Delez è stato quello di non scrivere un libro per iniziati ma di far conoscere in maniera leggera questo “Paese dei Balocchi” fatto di tanta passione, un pizzico di sana competitività e una buona dose di goliardia. Per finire, una cosa molto importante: una delle motivazioni di “Delez” a scrivere questo libro è stato il desiderio di aiutare GIULIA, un’associazione di volontariato di Ferrara che si occupa di mantenere sul territorio una figura professionale come lo psico-oncologo per sostenere i bambini malati e dei loro familiari durante il duro periodo del decorso e delle terapie necessarie.

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