Il basket spiegato ai profani, prima puntata – Posizione di difesa, blocchi e contatti difensivi

Con l’inizio della stagione sportiva cestistica parte anche la nuova rubrica di approfondimento per chi della pallacanestro ama lo spettacolo che praticamente ogni partita può offrire, dalle minors alla NBA, però capisce poco di regole, attacchi, difese, blocchi e tutto il resto.

In questo primo excursus nel mondo della palla a spicchi cercheremo di spiegare nel modo più semplice possibile che tipo di contatto, nel basket, sia da considerarsi falloso, regolare, o criminale. Partiamo dalla geometria euclidea, e in più in particolare dal concetto di cilindro. Attorno ad ogni giocatore sul campo di gioco possiamo tracciare un cilindro retto con la base appoggiata al terreno, indefinitamente alto, largo a sufficienza da contenere il giocatore, dal fondoschiena al naso, comprendendo le spalle, quando questo è in piedi. Sul campo di gioco chiunque, attaccante o difensore, ha diritto ad occupare un cilindro così costruito, purché non sia già occupato da un altro: in pratica vince chi arriva prima.

principiocilindro

Questo diritto viene sfruttato nell’arco dei quaranta minuti (o quarantotto, se si gioca in NBA), sia dall’attacco sia dalla difesa, per rallentare la corsa dell’avversario che corre a canestro, o che corre a difendere. Se stiamo difendendo, oltre a rimanere all’interno del nostro caldo e confortevole cilindro, dobbiamo anche curarci di avere entrambi i piedi a terra, e di fronteggiare il nostro uomo, per ottenere quella che tecnicamente si chiama posizione legale di difesa. La posizione legale di difesa può costituire un ostacolo, sia per chi attacca il canestro con la palla, sia per chi lo fa senza. In questo caso se l’attaccante non riesce a cambiare direzione e genera il contatto, commette fallo perdendo il possesso del pallone, e questo è male.

Come in molti altri casi, non c’è niente di meglio di un video per rendere il concetto ancora più chiaro:
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=HNiL4IbBmUU[/youtube]

In questo caso il capellone in maglia blu (ossia Anderson Varejao) corregge l’appoggio di Donyell Marshall, torna nella sua metà campo, legge la situazione di pick’n’roll tra Dampier e Terry, va a sbarrare la corsa di quest’ultimo in posizione legale di difesa (piedi a terra, cilindro, fronte all’attaccante), e protesta con l’arbitro che quella posizione legale di difesa non l’ha vista. Risultato: due tiri liberi al “Jet” Jason Terry e gambe tagliate alla rimonta di Cleveland che stava recuperando da un passivo di -16… però bravo Anderson, andrà meglio la prossima volta.

Se invece stiamo attaccando possiamo sfruttare l’ingombro del nostro cilindro per ostacolare un difensore: in questo caso si configura il cosiddetto blocco. I principi usati per distinguere un blocco legale da uno che non lo è sono più o meno gli stessi usati per la posizione difensiva. Il bloccante deve essere fermo, con entrambi i piedi a terra, e non può aumentare il suo ingombro estendendo braccia o gambe al di fuori del suo cilindro. Inoltre deve rispettare i criteri di spazio e di tempo: questo significa ci si può palesare all’improvviso sulla traiettoria dell’avversario solo se si dà spazio e tempo a quest’ultimo per fermarsi o cambiare direzione. Quanto spazio e quanto tempo, poi, sono a discrezione dell’arbitro: in genere, mai più di due passi normali.

Vediamo una serie di esempi pratici particolarmente significativi concentrati in un solo video:
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=5XLvqH9qoik[/youtube]

In questo caso notiamo uno (quello bianco, con la faccia da impiegato) che, con l’ingombro del corpo del suo grosso compagno soprannominato “Il Postino”,  ha costruito una carriera intera. Stiamo parlando di John Stockton (primatista di assist di sempre in NBA) e di Karl Malone.
Del pick’n’roll come strategia offensiva ci occuperemo più approfonditamente in una delle prossime puntate. Ora è il caso di proseguire sul fronte della difesa.

Altri contatti possono essere generati con le mani: la casistica viene trattata dall’articolo 33.10 (regola 6), che descrive come fallosi, non tutti i tocchi provocati dal difensore sull’attaccante, ma, sempre a discrezione dell’arbitro, quelli volti a provocare un vantaggio, o a limitare la libertà del difensore. O a limitare le aspettative di vita del difensore, come ci insegna il vecchio Bruce Bowen: [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=5kj6h8TF58U[/youtube]

Chiudiamo con quel pacifista di Metta World Peace, al secolo Ron Artest, che, in un momento di relax, venendo colpito in testa  da un durissimo bicchierino di carta, decide di invadere il cilindro di un povero tifoso che si trovava in posizione legale di difesa: fallo, e palla a lato.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=xQ7aub-MzwM[/youtube]

 

 

Per chi volesse approfondire ulteriormente il tema, ecco un link al regolamento ufficiale: http://www.fip.it/public/statuto/regolamento%20fiba%202010%20definitivo.pdf

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