Il capocannoniere del Kaos si presenta: Non avete ancora visto il vero Kakà

“Siam venuti fin qua, siam venuti fin qua per vedere segnare Kakà”. Il famosissimo coro non è più un’esclusiva di San Siro, ma l’anno è scorso è giunto fino al PalaBoschetto e quest’anno al PalaMit2B. Sì, perché Carlos Augusto dos Santos da Silva in comune con la stella del Milan non ha solo il soprannome, ma anche la capacità di esaltare il pubblico, e non solo quello del Kaos. Capocannoniere della serie A di calcio a 5 nelle stagioni 2008/09 e 2012/13, Kakà è uno dei giocatori in assoluto più temuti dalle difese avversarie di questo campionato. I brividi vengono a chiunque, basti pensare al numero da capogiro di palle insaccate nella scorsa stagione: ben trentatré. Il calciatore brasiliano è nato a Serrana il 27 maggio del 1987 e ha cominciato a dedicarsi al futsal all’età di sedici anni con la squadra del suo paese. Nel 2006 fa il suo esordio nel massimo campionato brasiliano con il San Paolo FC e dal 2007 sbarca in Italia nelle file dell’Augusta, dove si fa apprezzare per la sua sintonia con il gol. E’ nel Bisceglie di Leopoldo Capurso che esplode tutto il suo talento, segnando ventisette reti e risultando per gran parte del campionato capocannoniere della stagione. Il tecnico pugliese lo porterà con sé al Kaos. “Al Kaos mi trovo benissimo, sia sul campo che fuori dal campo. Siamo una grande famiglia e questo per me è fondamentale, perché mi dà la forza di continuare a fare questo lavoro, anche se lontano dal mio paese e dalla mia gente. I miei compagni sono come fratelli e nei momenti di difficoltà posso sempre contare su di loro”. IMG_9334Dopo i risultati più che positivi delle scorse stagioni, cosa si aspetta il capocannoniere dello scorso campionato da quello nuovo appena iniziato? “Il mio obiettivo come giocatore rimane sempre fare bene per la squadra. Voglio essere importante per il Kaos e arrivare il più in alto possibile in ogni competizione. Poi, sul piano personale, prima di tutto voglio rendere orgogliosi di me la società e la mia famiglia. Credo non ci sia emozione più bella al mondo di quella che si prova al sabato sera, quando, dopo una vittoria, si torna a casa e si telefona ai propri cari per gioire insieme del risultato”. La “saudade” è una costante dei pensieri di Kakà, molto attaccato alla religione e alla famiglia: “Sono la mia forza. Mi piace impiegare ogni singolo momento libero per telefonare in Brasile e calmare la nostalgia di casa”. Una vera e propria macchina da gol entusiasma sempre i tifosi, ma può capitare che al primo momento no tutti ti puntino il dito contro, perché da te ci si aspetta sempre la partita super, anche quando non è possibile. Il pivot del Kaos conosce bene questa situazione, ma le tante aspettative che sente gravare su di sé non lo intimoriscono, anzi lo spronano a dare sempre il 100%: “Sono consapevole del fatto che da me tutti si aspettano sempre qualcosa in più, soprattutto dopo un campionato straordinario come quello passato. Le responsabilità sono tante ma non mi spaventano, anzi, ho imparato a conviverci, cercando di sfruttare ogni occasione per dimostrare il mio valore e ripagare la fiducia del mister e dei miei compagni”. Questo per i “neri” è un periodo delicato: dopo il pareggio a Pescara e la sconfitta in casa contro la Luparense, la squadra di Capurso ha conquistato un solo punto anche nello scontro di sabato scorso contro la Lazio. Sabato prossimo è in programma un altro big match: questa volta i neri sono attesi in trasferta contro i campioni d’Italia in carica della Marca. Fra le cause di questa partenza con il freno tirato, probabilmente, c’è anche il momento non eccezionale dell’asso brasiliano, che non si dichiara soddisfatto della sua prestazione contro i biancazzurri: “E’ stata una gara difficilissima,anche se non siamo tornati a casa con il bottino pieno un punto in casa contro un’avversaria ostica come la Lazio è un buon risultato. Non sono contento di come ho giocato, avrei potuto e voluto fare molto di più, essere più incisivo in fase offensiva e aiutare i miei compagni in difesa. Comunque non mi demoralizzo, continuerò a impegnarmi e a lavorare duramente. Dalla prossima partita tornerò ad essere il vero Kakà”. Questa è una promessa. Adesso sotto a chi tocca.

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