Alberto Martelossi e i motivi di una separazione spiegati con fermezza e col sorriso

Dopo le vicissitudini delle ultime settimane che lo hanno riguardato personalmente, coach Alberto Martelossi ha deciso di incontrare tifosi e organi di stampa per fare chiarezza sulle trattative per il rinnovo contrattuale. Per rompere il ghiaccio, “Martello” ha iniziato facendo la cronaca degli eventi: “Dopo la fine della stagione, il primo discorso intavolato riguardante il futuro è stato con mia moglie, grande tifosa di Ferrara e soprattutto estimatrice della città e dei suoi abitanti, quindi potrete facilmente capire le parole che mi ha detto. Con la società la trattativa vera e propria è iniziata solo qualche giorno fa, dopo diverse settimane di voci di corridoio. Dopo aver dato mandato al mio agente di parlare con la Pallacanestro Ferrara, mercoledì sono tornato in città per un incontro a tre con Ebeling e Bulgarelli, ma nella giornata di martedì ho saputo di un cambiamento unilaterale delle condizioni. Quindi ho voluto incontrare il presidente di persona per cercare di rimediare all’accaduto, ma non è stato possibile. Una cosa che ho sempre chiesto alla società e la chiarezza su ambizioni, budget e obiettivi soprattutto per rispetto di chi ci segue. Ma la chiarezza è proprio quella che è mancata nella trattativa che mi riguarda, sono state dette delle cose, mentre se ne pensavano e facevano delle altre. Pur non usando questo specifico termine mi hanno fatto passare per un mercenario, ma se davvero lo fossi probabilmente oggi non sarei ancora qui”.

La chiacchierata è proseguita sulle questioni un po’ più inerenti alla pallacanestro: “Devo davvero ringraziare tutti per questa mia esperienza nella Pallacanestro Ferrara, lo staff tecnico a partire dal presidente e tutti i miei collaboratori che non sto a citare, e anche a voi tifosi che mi avete fatto sentire davvero a casa con un grande calore ogni giorno della settimana. Le richieste da me avanzate erano prettamente tecniche: Ferrara è una piazza che ha voglia di crescere e per crescere ci vuole uno staff importante. Anche con i giocatori avevo già iniziato parlare della prossima stagione, ad esempio con Ferri al quale avevo detto che sarebbe stato un rinforzo dalla panchina, ruolo che lui aveva accettato, salvo poi non avere riscontri dalla società e accettare la proposta di Forlì”.

“In conclusione vi posso dire che la mia disponibilità di rimanere a Ferrara è sempre quella, ma ora come ora non vedo la stessa disponibilità da parte degli organi societari. La clausola di rescissione del mio contratto deve essere espressa entro il 25 giugno: se a quella data avrò altre offerte allora dovrò accettarle, ma fino ad allora io mi considero coach della Pallacanestro Ferrara. Trattative vere e proprie non ce ne sono state, solo una telefonata amichevole con Udine che mi ha proposto un ottimo contratto per fare la Serie B, ma che io ho rifutato. Da quando ho saputo, però, delle intenzioni del presidente, allora anche io ho cercato di ascoltare quello che mi arrivava da fuori. La trattativa con Mantova ora c’è, ma la mia intenzione è rimanere a Ferrara”. Tuttavia lo stesso Martello ha ammesso che le possibilità di rivederlo sulla panchina della Bondi sono ridotte al minimo: “Nelle prossime ore cercherò di verificare veramente se la volontà di una mia permanenza a Ferrara esiste ancora, ma date le premesse vedo una situazione grigia. In questo caso, non potrò fare altro che levarmi di torno, augurando a voi e a questa società tutto il bene possibile”.

Parole che hanno il sapore del congedo. Rafforzate anche dall’ultimo gesto, forte, simbolico, scelto per uscire di scena. Un brindisi con i presenti nella rovente sala stampa del Pala Hilton Pharma, con alcuni presenti sull’orlo delle lacrime. “Voglio proporvi un brindisi alla salute di Ferrara. In frigo qui abbiamo ancora la bottiglia che mi regalarono come premio per il miglior coach del mese di aprile. Visto che non me la sono potuta godere con i giocatori, la condivido con voi”.

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