Capurso si congeda: Grazie Ferrara, esperienza indimenticabile. Ho dato tutto per il Kaos

Vederlo sfrecciare in sella alla sua bicicletta con l’immancabile cappellino in testa per il centro di Ferrara non era poi così inusuale. Tre le sue tappe fisse, il Bar Kristall per la colazione, l’Archibugio o il Gatto Bianco a pranzo e cena, per parlare di tutto e di più con gli amici, anche con Leonardo Semplici, e non necessariamente di futsal. “Sono queste le cose che più mi mancheranno della vostra città. A Ferrara ho vissuto un’esperienza professionale e umana che non potrò mai dimenticare, e questo grazie alle splendide persone che ho incontrato sul mio cammino. Ovunque andassi mi sentivo come a casa. Grazie di tutto”. E’ con queste parole che Leopoldo Capurso chiude i suoi tre anni e mezzo ferraresi e fa ritorno alla sua Bisceglie dopo l’esonero che giovedì mattina ha scosso l’intero mondo del calcio a 5 italiano. Ma la decisione del patron Marco Calzolari era nell’aria da tempo, e solo il recente filotto di risultati utili consecutivi aveva ritardato il momento degli addii: “Purtroppo le cose belle hanno un inizio e una fine. Il mio errore è stato quello di accettare di restare ancora sulla panchina del Kaos dopo la finale Scudetto persa con Pescara lo scorso giugno; probabilmente avrei dovuto pensare ad altro senza farmi trascinare dai sentimenti che mi legano alla società e a chi ne fa parte. Forse ero arrivato alla fine di un ciclo, chissà. Ad ogni modo ho messo tutto me stesso nella costruzione di questa squadra e sono fermamente convinto che possa puntare a traguardi ambiziosi”.

Squadra, però, che ora è finita nelle sapienti mani di Velimir Andrejic, uomo Kaos e successore designato di Capurso alla guida di questa fuoriserie: “A Vezza auguro il meglio, è una brava persona, nonchè un grande allenatore. Conosce l’ambiente come pochi altri e saprà sicuramente come risollevare le sorti di questo fantastico gruppo di giocatori. Vito Stoppa sarà al suo fianco; voleva venire via dopo il mio esonero ma l’ho convinto a rimanere. Dispiace aver dato Capursovita ad un bambino e non poterne vedere i primi passi, ma non mi sento di discutere la scelta della società: sì, i tanti infortuni, i problemi di tesseramento e altri noie della più svariata natura hanno condizionato pesantemente il rendimento complessivo della squadra, ma è anche vero che si sarebbe dovuto e potuto fare comunque di più”.

Cosa lascia in eredità Capurso? “Beh, prima di tutto un parco giocatori di primissimo livello, formato da professionisti seri che tutta Italia ci invidia. Da quando sono arrivato a Ferrara ho impiegato tutte le mie energie per costruire Juniores, Under 21 e prima squadra, e credo che i risultati si siano visti. Insomma, ho ricevuto tanto, ma penso anche di aver dato tanto al Kaos. Speravo che questa esperienza si potesse chiudere con un titolo in bacheca, ma purtroppo le cose non vanno sempre come ci auguriamo, quindi non posso fare altro che ringraziare la famiglia Calzolari e la famiglia Barbi per avermi dato l’opportunità di lavorare in un ambiente sano. Per me è stato un onore difendere i colori estensi ed aver portato in giro per il Belpaese il nome della società con cui ho raggiunto il punto più alto della mia carriera. Resta in me la soddisfazione di aver aiutato questa piazza ad affermarsi sotto ogni punto di vista e di averla portata in alto sulle ceneri della retrocessione del 2011. Di strada insieme ne è stata fatta tanta e credo di aver contribuito a rendere il Kaos una delle più temute realtà del panorama nazionale”.

Tanti i talenti portati da Capurso a Ferrara, ma se deve fare qualche nome, il mister pugliese non ha dubbi: “Vedere Vinicius e Kakà con la maglia della Nazionale italiana mi ha riempito d’orgoglio. Lavorano con me da anni e faranno ancora tanta strada. Anche Pedotti e Titòn li considero due miei pupilli: sono arrivati qua tra lo scetticismo generale e ora la loro importanza all’interno del Kaos è sotto gli occhi di tutti. Come posso, però, dimenticare Laion? Mi ha fatto perdere la voce tante volte in campo, ma resta un giocatore straordinario, con qualità uniche. Grazie a lui e alla sua atipicità, molta gente si è avvicinata a questo sport e se ora il Pala Hilton Pharma ci segue con tanto affetto è anche merito suo e dei suoi gol. E poi Coco, Duio, Pedro… Diciamo che di talenti se ne sono visti tanti. Però il mio pensiero va indistintamente a tutti i componenti della rosa, staff tecnico compreso. Ho detto loro di impegnarsi al massimo per dar continuità a questo progetto per il bene di tutti. Probabilmente non si aspettavano un terremoto interno come questo, ma tant’è e bisogna prenderne atto, quindi gambe in spalla e lavorare perchè il Kaos ha tutto per arrivare al vertice”.

CapursoE ora cosa farà mister Capurso? “In un paio di giorni ho ricevuto attestati di stima e solidarietà da tutti, tifosi e addetti ai lavori, che mi hanno riempito di orgoglio e soddisfazione, ma non solo. C’è chi mi ha scritto di non prendere impegni per il prossimo anno, ma io fino al 30 giugno rimango un uomo Kaos, e se dovesse esserci ancora bisogno di me sarei lieto di ritornare a Ferrara. Ma non facciamo voli pindarici; la situazione è questa. Certo, resta la curiosità di sapere come sarebbero potute andare le cose ora che la squadra era al completo, ma va bene così, ora concentrerò le mie energie su mia moglie Angela e sulle mie figlie, i miei tesori più grandi”. Semplice, onesto e genuino. Come solo Leopoldo Capurso sa essere.

 

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