La pareggite continua, ma contro il Martina Franca non si può fallire

Lo puoi buttare giù da un balcone, ma Leopoldo Capurso non è certo tipo da farsi prendere dallo sconforto. Tre schiaffoni dalla Marca, gli ultimi due, tra l’altro, uno di seguito all’altro. Quanti allenatori, al posto suo, avrebbero tirato i remi in barca, lasciato che il destino facesse il suo corso, magari affossandosi sulle comode panchine della Zoppas Arena? Chi lo conosce, sa che il mister pugliese non molla mai, nemmeno se è l’evidenza a condannarlo. E ieri, l’evidenza si chiamava sfortuna. Prima di vedere la palla entrare in rete, il Kaos ha dovuto pregare in aramaico, recitare in greco antico e leggere in cirillico: solo i presenti alla Zoppas Arena – struttura tanto splendida e imponente quanto triste per i pochi spettatori che hanno provato a riempirla in parte – hanno potuto apprezzare lo sforzo del Kaos durato 40′ di sofferenza e frustrazione per quei gol che prima di arrivare devono essere ricamati con l’uncinetto. Non basta una normale macchina per cucire; serve un esperto di alta sartoria. Eppure  il gioco c’è: se nel primo tempo il Kaos fosse andato a punto quattro volte non ci sarebbe stato nulla da dire. Purtroppo, però, Tuli, Pereira e Kakà hanno le polveri bagnate, e in questo momento farebbero fatica a segnare persino con la matita. E allora, in questi casi, a cosa ci si deve appellare? Solo ed esclusivamente al cuore. E quello non manca di certo ai giocatori estensi, nè tantomeno a Capurso e Chiereghin. Alla fine il 3-3 è giusto. Il punto conquistato in Veneto è prezioso quanto una vittoria. Pesiamo le parole. Può non esserci soddisfazione per il risultato, la vittoria tarda ad arrivare e le aspettative crescono. Ma questo pareggio va lettoKaos-azione_Marca sotto un’ottica estremamente ottimistica. “La Marca andava battuta perchè sta attraversando un momento psicologicamente complicato”. E il Kaos no? Non trova i gol di Kakà, Scandolara non ha ancora trascorso un minuto in palestra a lavorare in gruppo con i compagni, Vinicius è tornato a pienissimo regime da poco, Boaventura si è rotto il crociato nei primi giorni di preparazione: di alibi questo Kaos ne avrebbe a sufficienza per giustificare la partenza a rilento. Eppure nessuno cerca scuse, e il primo ad essere insoddisfatto di questa “pareggite” è proprio il tecnico, oltre, ovviamente, a Calzolari e Barbi, che questa squadra la vorrebbero vedere, se non al vertice, almeno nella parte sinistra della classifica, che in un campionato ostico come questo significherebbe già molto. Ma proprio perchè il torneo sarà difficile il bilancio rimane, ora come ora, è più positivo che negativo.
Kaos_Calzolari Al cospetto di una squadra che lo scorso anno, pur senza dominare la regular season, si è presa poi il lusso di cucirsi il tricolore sul petto, la prestazione di ieri sera fa comunque ben sperare. E pure in questo caso vale il discorso fatto qualche settimana fa per il PalaRigopiano: quante squadre torneranno da Conegliano con almeno un mezzo sorriso? Poche, di sicuro. Quindi, in quattro partite, il pallottoliere dice che su tre trasferte, nessuna è finita alla Caporetto, ed è un dato estremamente positivo.

Una seconda chiave di lettura, invece, è molto più banale, cioè che il Kaos non ha ancora vinto. Tesi corretta e che non richiede ulteriori discorsi. Sta al tifoso decidere se puntare il dito contro il ruolino di marcia da formichina ed inneggiare a domeniche da leoni, barattando qualche pareggio esterno con un pericoloso alternarsi di sconfitte e vittorie. Certo, ora i punti forse sarebbero di più, ma Ferrara ha visto questo Kaos solamente una volta fino ad ora e bocciarlo già adesso sarebbe un gravissimo errore di valutazione perchè contro il Martina Franca, attesa al PalaMIT2B il 2 novembre, la festa potrebbe finalmente essere totale. E tutti sanno perfettamente di non potersi far sfuggire dalle mani questa occasione per rompere il ghiaccio e conquistare definitivamente Ferrara.

 

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